FORME DI ALLEVAMENTO
TIPOLOGIE:
Guyot semplice Dopo la fruttificazione di settembre-ottobre si attende la completa caduta delle foglie quindi, a metà inverno, si comincia ad effettuare la potatura che può essere distinta in tre fasi che per convenzione prendono il nome di: passato : ciò che è stato lasciato nell’anno passato sulla pianta. presente : l’insieme di vegetazione sulla quale si dovrà effettuare la potatura. futuro : ovvero quello che, nelle attuali condizioni, si intende lasciare per l’anno a venire. In questo metodo di allevamento si tende ad eliminare tutta la vegetazione ad eccezione di un tralcio vecchio di un anno (capo a frutto) e un piccolo sperone, ovvero una porzione di tralcio di dimensioni ridotte, portante due o tre gemme. Il Guyot, come tutti i sistemi di potatura mista, si presta per i vitigni altamente produttivi che fruttificano principalmente sui tralci emessi dalle gemme intermedie del capo a frutto: in questi vitigni la potatura corta (“a sperone”) non garantirebbe un’adeguata produzione a causa della scarsa produttività delle gemme basali. Il numero di gemme di cui si compone il capo a frutto del Guyot varia secondo le condizioni ambientali (fertilità del terreno e disponibilità irrigua) e le potenzialità produttive del vitigno.
Doppio Guyot: Il doppio Guyot è una forma di allevamento della vite che si differenzia dal più usato Guyot semplice per la presenza di due tralci a frutto anziché uno solo: dopo la defoliazione completa si lasceranno due capi per il nuovo raccolto e uno sperone.
Cordone speronato In questa forma di allevamento, qualche mese dopo l’inizio del riposo invernale si esegue la potatura lasciando uno o due branche che resteranno sulla pianta per almeno quattro o cinque anni. Su di essi si lasceranno quattro speroni equidistanziati fra loro. La potatura degli anni a venire consisterà nel rinnovare lo sperone anno per anno. Questo sistema di allevamento è adatto ai vitigni che fruttificano sui tralci emessi dalle gemme basali, che richiedono una potatura corta.
Tendone: Il sistema di allevamento a tendone è utilizzato per la produzione dell’uva da tavola. È un sistema espanso utilizzato nell’Italia meridionale, maggiormente in Puglia e Sicilia, adatto a climi caldo aridi e a forte insolazione, dove i rischi di marciumi sono ridotti. Questa forma di allevamento permette di avere una distinzione tra vegetazione e produzione che in questi casi è molto elevata; le rese possono arrivare facilmente a 1000 quintali ad ettaro. Il sesto di impianto non è inferiore a 2,50×2,50m (con una densità di 1600 piante ad ettaro), ma non si escludono sesti più ampi, ad esempio 3×3 m (1111 ceppi ad ettaro) e un’altezza di 2-2,20 m. La maggior parte dei tendoni sono dotati di impianti di irrigazione a goccia. Per consentire la meccanizzazione si è pensato di allontanare la zona di produzione dal tronco e dirigerla secondo due direzioni parallele, orientando i quattro capi a frutto in senso opposto; in tal modo si alternano filari ed interfilari a somiglianza delle pergole.
Alberello: L’alberello è un sistema di allevamento diffuso nell’Italia meridionale e insulare e largamente diffuso anche in altre regioni a clima caldo-arido o a clima freddo. È concepito per sviluppare una vegetazione di taglia ridotta allo scopo di adattare la produttività del vigneto alle condizioni sfavorevoli dei suoli poveri e siccitosi o alle basse temperature. In generale, la pianta è impalcata ad una altezza variabile da venti a cento centimetri e terminante con un sistema di tre o quattro branche brevi, portanti speroni tagliati a uno o tre gemme e, talvolta, capi a frutto. Questo sistema di allevamento non necessita di impalcatura di sostegno oppure si presta per l’impiego di tutori semplici e individuali.
Pergola
Pergola semplice: È un sistema espanso, con vegetazione che si estende su un piano obliquo inclinato rispetto all’orizzontale, adatto per l’allevamento della vite in zone collinari delle regioni settentrionali. Esistono diverse varianti.
Pergola doppia: Questa forma di allevamento è molto diffusa nelle regioni settentrionali come il Trentino. Si presenta con due ali produttive, inclinate di 120-130°, atte a formare due tetti. La potatura non si diversifica dalla precedente.